All’attenzione della Commissione europea
Il cambiamento climatico non è più un’eventualità né una previsione tra tante. Il cambiamento climatico è già qui, nelle nostre vite e nelle nostre città. L’anno scorso, proprio in questi giorni, la nostra provincia ha fatto l’esperienza del suo impatto devastante con la Tempesta Vaia, che ha segnato in modo indelebile le nostre comunità, le nostre montagne, il paesaggio, la nostra economia. Ben lungi dall’essere una stravaganza meteorologica, la Tempesta Vaia è stata un’ecatombe e insieme un’anticipazione del futuro che potrebbe aspettarci se l’ambiente – la nostra casa – non diventerà la nostra prima preoccupazione, la nostra priorità, più del Pil, prima della corsa alla colonizzazione dello spazio, prima di ogni altro pur lodevole traguardo. Si stima che i danni alle foreste della tempesta Vaia abbiano interessato 473 Comuni. La completa distruzione del bosco ha riguardato 41.491 ettari, per un totale stimato di 8.689.754 metri cubi di legname. Sono numeri difficili da ripetere, da memorizzare, da comprendere nella loro portata.
Con Vaia, forse per la prima volta, abbiamo capito appieno quali possano essere gli effetti devastanti dei cambiamenti climatici e come sia potuto accadere che le temperature del Mar Mediterraneo di uno-due gradi sopra la media siano riuscite a liberare una quantità di energia e di vapore acqueo tale da scaricare sulle nostre montagne pioggia abbondantissima e venti fin quasi a 200 km all’ora.
Da sindaco, penso che siano due gli ambiti su cui lavorare: la riduzione delle emissioni grazie alla promozione dell’edilizia, della mobilità, di un’economia sostenibili. L’altro ambito è quello della resilienza: che poi significa farci trovare pronti, preparati ad affrontare l’emergenza. Però non bastano le azioni isolate, serve una strategia comune, serve un piano internazionale che potrebbe trovare nell’Europa la sua guida.
Chiediamo pertanto alla Commissione europea di rafforzare gli sforzi e soprattutto di indicare nuovi e più ambiziosi obiettivi da raggiungere in tempi molto stretti, perché – come vanno ripetendo i giovani del movimento Fridays for future – il tempo a disposizione è davvero poco.
Cordiali saluti,
Alessandro Andreatta
Per scaricare la versione originale clicca qui.